In periodo di crisi, i debiti con le banche sono quasi all’ordine del giorno. Esistono rimedi giudiziali a favore del debitore, quale la procedura di sovraindebitamento (meglio nota come “legge salva-suicidi”), ma, prima di avviare la carta giudiziale, è bene sempre tentare una soluzione bonaria, volta a verificare eventuali strade alternative: un saldo e stralcio, una ristrutturazione del debito, una semplice dilazione.

In questa fase, diventa essenziale sapere come trattare con le banche.

A tutto ciò si aggiunge che, per la banca, non valgono i limiti al pignoramento della prima casa che, invece, sono previsti per i debiti con lo Stato e con le pubbliche amministrazioni. Anzi, al contrario, l’istituto di credito è quasi sempre assistito da un’ipoteca: ha, quindi, una forte arma di ricatto nei confronti del debitore, potendogli espropriare l’immobile.

Non in ultimo, si consideri che, per tutti i debiti consolidati con gli intermediari finanziari, è prevista la segnalazione alla Centrale Rischi che comporta l’inclusione nelle liste dei cosiddetti “cattivi pagatori”, con impossibilità di accedere ad altre forme di credito.

Debiti con le banche: una preoccupazione?

C’è un elemento costante che caratterizza le azioni della banca ossia che esse non avvengono nell’immediato.

Innanzitutto verranno inviate diverse diffide e poi l’avvio dell’azione giudiziaria. Questi passaggi sono tanto più farraginosi quanto più è strutturata la banca.

Segue poi l’azione giudiziale che, il più delle volte, si risolve nel pignoramento immobiliare. In alcuni casi, prima ancora, la banca deve procurarsi un decreto ingiuntivo. Tutto ciò richiede svariati anni. Quando poi la casa viene messa all’asta, la procedura segue un iter lento, durante il quale, il debitore ha la possibilità di avviare trattative o di mettere i soldi da parte per una nuova sistemazione. Non poche volte i debitori riacquistano la propria casa per interposta persona. La legge, infatti, non vieta al coniuge o ai figli del debitore di partecipare all’asta.

Come trattare con la banca?

Il debitore che voglia tentare una soluzione con la banca ha diverse soluzioni.

Se la banca ha ceduto il credito a un’altra società – cosa che risulterà dalla lettera di diffida – la trattativa è più facile. Di solito, infatti, la cessione del credito avviene a un valore di gran lunga inferiore rispetto a quello nominale. Sicché, una proposta di transazione al 50% risulterà conveniente per la cessionaria.

Se anche la banca avesse un’ipoteca, non è detto che riesca a realizzare un utile dalla vendita del bene. Ci sono immobili che si vendono con difficoltà e, a volte, ad un prezzo inferiore rispetto al credito ed ai costi sopportati per la procedura. Offrire un pagamento pari a tale presumibile valore di realizzo, ma in tempi più brevi, potrebbe costituire un incentivo per la banca alla transazione.

Si tenga peraltro conto che, se il prezzo battuto dal tribunale per la vendita dell’immobile scende al di sotto del ragionevole soddisfacimento del creditore (ossia è di gran lunga inferiore al credito fatto valere, comprensivo di spese e interessi), il giudice, dopo la quarta asta, può estinguere la procedura per sempre

In più, con una modifica recente al Codice di procedura, il debitore può restare a vivere nel proprio immobile pignorato fino alla data di vendita, cosa che rende ancora più difficile l’aggiudicazione.

In presenza di uno o più fideiussioni, è più facile trattare con la banca che tenderà a recuperare il proprio credito spalmandolo tra i diversi debitori.

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